ETICHETTATURA ALIMENTI: Novità
OBBLIGO DI INDICARE LO STABILIMENTO DI PRODUZIONE
Con il nuovo decreto legislativo n. 145/2017 torna in Italia l’obbligo di indicare in etichetta dei prodotti alimentari la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento al fine di garantire, oltre ad una corretta e completa informazione al consumatore finale, una migliore ed immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e di conseguenza una più efficace tutela della salute e sicurezza alimentare.
Il decreto prevede un periodo transitorio di 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, (pubblicato il 7 ottobre scorso) per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell’entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio. Decorso il periodo transitorio, le etichette dei prodotti alimentari preimballati destinati al consumatore dovranno recare sull’etichetta la menzione della sede dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento tramite l’indicazione della località ove si trova lo stabilimento stesso e anche del suo indirizzo, qualora l’indicazione della località non sia sufficiente ad indentificare in modo agevole o immediato l’impianto di produzione.
La norma entra in vigore dal prossimo 22 ottobre 2017, ma sarà completamente applicabile dal 5 aprile 2018. In caso di violazioni segnaliamo che sono previste sanzioni amministrative pecuniarie fino a 15mila euro.
Si tratta di un grande ritorno: l’obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma è stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare con l’entrata in vigore del Reg. UE n. 1169/2011. La normativa europea, infatti, si limitava ad imporre l’obbligo di indicare solo il responsabile legale del marchio, che non serve a identificare esattamente la fabbrica nella quale è stato elaborato il prodotto. Per la legge UE l’indicazione della fabbrica era facoltativa, quindi molte aziende non più costrette a fornire questa indicazione, si erano affrettate a eliminarla dai prodotti commercializzati con il loro marchio.
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