MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI: SORVEGLIANZA E PREVENZIONE
Nel settore della movimentazione manuale dei pazienti (MMP) l’introduzione del concetto di patologie da sovraccarico biomeccanico consente una più approfondita analisi dei caratteri cinematici (analisi del movimento) e cinetici (studio delle forze) delle attività. Il Decreto legislativo 81/2008 introduce con la definizione di patologie da sovraccarico biomeccanico, una definizione che richiama quella di biomeccanica.
Inoltre l’articolo 169 del Testo Unico introduce l’obbligo per il datore di lavoro “a fornire, oltre alla formazione e all’informazione, l’addestramento adeguato in particolare alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi”.
Alcuni recenti studi sulla formazione del personale sanitario e infermieristico hanno tuttavia dimostrato la limitata efficacia delle attività di addestramento svolte nell’ambito della formazione accademica e professionale del personale.
Tra gli strumenti individuati da alcuni studi per incrementare l’efficacia degli interventi formativi vi sono:
– rendere consapevoli gli allievi della difficoltà di utilizzare nella pratica le nozioni acquisite;
– dare maggiore importanza agli interventi addestrativi finalizzati a un maggior utilizzo delle tecniche di ausiliazione;
– riferirsi negli interventi formativi e addestrativi a scenari reali che richiamino le reali caratteristiche dell’organizzazione del lavoro di quelle realtà in cui gli operatori saranno chiamati a operare;
– ottenere una adeguata fornitura di ausili.
Livelli di valutazione
E’ possibile individuare dei diversi livelli valutazione:
– la valutazione di primo livello è finalizzata all’identificazione dei cosiddetti “segnalatori di rischio”: si tratta ad esempio di identificare le caratteristiche dell’attività ( reparto di degenza, divisione chirurgica o struttura riabilitativa, etc.), le caratteristiche dell’ambiente di lavoro e la tipologia dei pazienti. Tra i segnalatori di rischio va verificata inoltre la disponibilità e usabilità degli ausili compresi i diversi tipi di sollevatori, gli ausili minori, ma anche le carrozzine o comode e i letti o le barelle regolabili. Di fondamentale importanza è anche l’analisi dell’organizzazione del lavoro (numero degli operatori in relazione al numero dei degenti, turni, etc.)”;
– la valutazione di secondo livello si propone di analizzare, utilizzando protocolli standardizzati, i diversi elementi che caratterizzano il rischio e di giungere attraverso opportune procedure a una valutazione globale del rischio stesso;
– i metodi di terzo livello sono da riservarsi a quelle condizioni in cui vi è la necessità di un approfondimento o a quelle in cui i metodi di secondo livello risultano non applicabili o non sufficientemente sensibili.
La sorveglianza sanitaria
E’ necessaria anche la sorveglianza sanitaria, che rappresenta l’elemento fondamentale che, unitamente alla valutazione del rischio, concorre alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, anche negli addetti alla Movimentazione Manuale dei Pazienti.
In particolare va ricordato che la normativa vigente in tema di sorveglianza sanitaria per gli addetti alla movimentazione dei pazienti lascia autonomia alla professionalità del medico competente sia in tema di periodicità che di contenuto degli accertamenti.
E’ possibile agire anche a livello preventivo con interventi:
– multifattoriali: diversi approcci metodologici in associazione (formazione e addestramento, esercizi, fornitura di ausili, gestione dello stress, riorganizzazione del lavoro, predisposizione di check list da far compilare al personale in fase di presa in carico dell’utente etc.);
– basati sull’ausiliazione: fornitura ausili manuali o meccanici (sollevatori, ausili minori, carrozzine e letti regolabili e costituzione del lifting team);
– preventivi di tipo formativo e addestrativo: interventi formativi e addestramento alle tecniche di movimentazione appropriate incluso il reclutamento delle risorse del paziente;
– basati su programmi di esercizio: stretching e potenziamento della muscolatura paravertebrale e addominale”.
In definitiva, riguardo all’efficacia degli interventi preventivi, gli studi sottolineano come l’approccio multifattoriale rappresenti l’unica strada percorribile per ottenere risultati positivi.
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento in materia di sicurezza sul lavoro, Vi invitiamo a contattare il nostro Studio.