Etichettatura alimenti confezionati venduti come “OGM FREE” o “SENZA OLIO DI PALMA”: è corretto indicarli?
Sempre più spesso sulle confezioni dei prodotti alimentari venduti all’interno di supermercati si ritrovano le diciture “SENZA OGM” o “SENZA OLIO DI PALMA”.
I dubbi che possono sorgere sono diversi, ad esempio se è giusto inserire questi claim, dal momento che se fossero presenti andrebbero dichiarati in etichetta? In questo modo le aziende che inseriscono questi claim sulle loro confezioni, effettuano concorrenza sleale/ingannevole nei confronti di altre aziende similari, non avendo i loro prodotti nulla più degli altri?
Le diciture “senza OGM” e “senza olio di palma”, sulle etichette dei prodotti alimentari, risultano essere le più ricercate dai consumatori europei.
Ad oggi non esiste una disciplina europea armonizzata sull’impiego di tali indicazioni.
Per questo motivo, in merito all’etichettatura dei prodotti alimentari riportanti queste indicazioni, si applicano i criteri generali definiti dal Reg. CE n. 1169/2011, in particolare gli art. 7 e 36, dove si indica che l’operatore responsabile dell’informazione al consumatore dev’essere in grado di dimostrare con dati obiettivi la fondatezza delle informazioni volontarie fornite ai consumatori.
Di conseguenza l’indicazione “senza OGM” non può essere riferita a prodotti che derivano da materie prime agricole prive di corrispondenti matrici geneticamente modificate. Non si può perciò vantare l’assenza di OGM, ad esempio, su un alimento come la pasta di grano duro. In quanto non esiste frumento transgenico autorizzato in Europa.
Si può viceversa vantare l’assenza di OGM – la quale esprime, tra l’altro, la tolleranza zero verso ipotesi di contaminazione crociata (invece ammessa, in quanto accidentale e tecnicamente inevitabile, entro lo 0,9%, senza oneri di etichettatura specifica) – nel caso di prodotti che contengano soia o mais.
Dal momento che queste colture sono ammesse in alcuni Stati membri nelle loro versioni OGM, e così pure l’impiego delle loro derrate su alimenti e mangimi.
Nel caso di alimenti di origine animale, o prodotti composti che li contengano quali ingredienti (es. latte, uova, carni), l’indice volontaria “senza OGM” è altresì ammissibile. Nella misura in cui i prodotti così contrassegnati si distinguano per l’utilizzo esclusivo di mangimi convenzionali, cioè privi di OGM, nell’allevamento degli animali da reddito.
Due eurodeputati italiani si sono attivati per presentare un emendamento al Parlamento europeo per vietare l’impiego di indicazioni volontarie del tipo “FREE FROM” dalle etichette degli alimenti perché, secondo i due deputati, queste diciture andrebbero a distogliere l’attenzione dal contenuto del prodotto, e per questo andrebbero considerati come una pratica ambigua e una forma di pubblicità ingannevole.
L’emendamento aveva come obbiettivo quelli di obbligare le aziende a dichiarare o elencare solo le caratteristiche degli ingredienti effettivamente presenti nel prodotto ed escludere quelli che non sono contenuti, a meno che la presenza o l’assenza di certi ingredienti sia riferita a malattie congenite. A differenza del “senza glutine” o “senza lattosio”, che vengono inseriti per soggetti affetti da allergie o intolleranze, i claim “senza olio di palma” e “senza OGM” andrebbero solo distogliere l’attenzione da ciò che viene messo nel prodotto al posto, ad esempio, dell’olio di palma.
La Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo ha bocciato la proposta di togliere la dicitura sulle etichette dei prodotti alimentari di tutte le indicazioni volontarie “senza olio di palma” e “senza OGM”.
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento in materia di sicurezza alimentare,, Vi invitiamo a contattare il nostro Studio.