RISCHIO INCIDENTI STRADALI
I dati INAIL nazionali confermano la gravità del fenomeno dell’incidentalità stradale sia in termini di infortuni sia in termini di eventi mortali: gli ultimi dati disponibili attestano che la circolazione stradale ha causato circa il 20% di tutti gli infortuni sul lavoro. Gli infortuni mortali su strada in Italia nel 2010 rappresentano oltre il 50% del totale dei morti sul lavoro (in occasione di lavoro + in itinere) ed in particolare quasi il 40% di quelli avvenuti in occasione di lavoro (esclusi, cioè, quelli in itinere).
Su tale fenomeno, nel mondo del lavoro, incidono fattori che sono determinati dall’organizzazione del lavoro e dal sistema di sicurezza aziendale (il sistema di sicurezza delle imprese; gli orari di guida, di pausa, di lavoro e di riposo; la formazione dei lavoratori, il comportamento degli autisti, gli stili di vita tra cui quelli alimentari, lo stato di salute degli addetti; la manutenzione dei mezzi); le imprese devono valutare e gestire il rischio dell’incidentalità stradale come tutti gli altri rischi aziendali, anche se è fisicamente collocato all’esterno dell’azienda.
Per ovviare a tale fenomeno l’ASL di Parma, si è conformata con le linee guida della Regione Emilia Romagna, inserendo nel Piano della Prevenzione per il triennio 2015-2018 il capitolo riguardante la prevenzione degli infortuni stradali in orario di lavoro, in particolare lavoratori che con qualsiasi forma contrattuale utilizzano mezzi propri o aziendali durante la propria attività lavorativa o comunque per raggiungere il luogo di lavoro, imprese, aziende del territorio che utilizzano o si occupano di sistemi di trasporto su strada.
La campagna di controllo sarà realizzata attraverso l’ausilio di apposita Check-list i cui punti salienti possono essere così riassunti:
- Realizzazione apposito Documento di Valutazione Rischi del quale uno stralcio dovrà essere utilizzato come informazione-formazione al personale coinvolto, unitamente alla pubblicazione “Cambia marcia! La prevenzione del rischio stradale” – Quaderno n°1 – Anno VIII Gennaio – Marzo 2017 (AiFOS).
- Nella redazione del DVR specifico dovranno essere analizzati:
- Descrizione del ciclo di lavoro
- Analisi infortuni stradali degli ultimi anni
- Fattori che possono essere causa di incidenti
- Distanze percorse
- Tempi di guida e riposo
- Uso di dispositivi elettronici
- Colpi di sonno
- Problematiche relative alla stabilità del carico
- Abusi di alcol o sostanze
- Misure di prevenzione messe in atto dall’azienda quali:
- procedure relative ai controlli sugli equipaggiamenti di sicurezza (estintori, cassette primo soccorso),
- procedure per segnalazione guasti e/o anomalie riscontrate (la fattura riportante la descrizione dell’intervento effettuato in apposita officina può già essere un valido documento)
- procedura alla manutenzione
- procedura per le modalità di carico e scarico e verifica stabilità carico.
- Formazione di tutto il personale adibito alla mansione di autista per quanto concerne le operazioni di primo soccorso e antincendio in coerenza con le categorie aziendali.
Restano, ovviamente, valide tutte le prescrizioni/obblighi inerenti la formazione specifica (CQC, formazione prevista nell’Accordo Stato-Regione etc.) e quanto indicato nel protocollo sanitario della mansione.
Gli infortuni sul lavoro “alla guida”, o comunque su strada, possono avere diverse cause, ed occorre dunque indagare sui “determinanti causali” degli stessi infortuni per poterli prevenire. Dal punto di vista del Datore di lavoro e del suo RSPP, varie lacune possono annidarsi nel sistema organizzativo aziendale. Le principali criticità sono di seguito sintetizzate, con riferimento alle aree tematiche “guidatore”, “veicolo” e “spostamento” (componenti su cui, come detto, l’azienda può intervenire), e vanno analizzate nel dettaglio per ogni singola mansione, attraverso una specifica checklist per la valutazione del rischio stradale.
In base alle valutazioni effettuate secondo gli approcci descritti, è possibile per l’azienda definire le azioni da implementare in base alle situazioni riscontrate.
Per le mansioni a rischio basso (tipicamente associato ad impiegati tecnici, consulenti o commerciali con ridotto uso dell’auto, ecc.), le misure consigliate sono le seguenti:
- Informazione al personale sui principali fattori del rischio stradale;
- Manutenzione programmata dei mezzi;
- Controlli sul divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcooliche e superalcooliche (per guida veicoli con patente B);
- Valutazione dello stress lavoro correlato;
- Sanzionamento individuale in caso di infrazioni al Codice della Strada commesse sul lavoro.
Per le mansioni a rischio medio e medio-alto (es. consulenti o commerciali con elevato uso dell’auto, manutentori/installatori, autotrasportatori, conducenti di veicoli trasporto persone, Forze dell’Ordine, VVF, servizi di emergenza medica, protezione civile, ecc.), occorre invece applicare misure di maggiore impatto ed efficacia. In aggiunta (!) alle misure sopra indicate, è opportuno applicare le seguenti:
- Effettuazione di corsi di formazione specifica;
- Effettuazione di corsi di guida sicura;
- Effettuazione di corsi di primo soccorso (utile in caso di lavoro in coppia);
- Verifica dell’eventuale presenza di disturbi legati alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS);
- Dotazione di dispositivi di sicurezza aggiuntivi sui mezzi;
- Utilizzo di veicoli con elevati standard di sicurezza attiva e passiva;
- Monitoraggio/sorveglianza su tempi di guida e percorrenze giornaliere e totali.
Inoltre, sempre con riferimento ai lavoratori maggiormente esposti, potrebbe essere opportuno effettuare una valutazione individuale del rischio stradale, che tenga conto, oltre alle situazioni già descritte a livello di mansione, anche di caratteristiche fisiche e comportamentali peculiari di ogni lavoratore (es. anni di età e di guida, storia recente e passata relativa ad infrazioni al Codice della Strada, quadro clinico, ecc.).
In base all’esito di tali specifiche valutazioni, il Datore di lavoro potrà decidere se ogni singolo lavoratore è adatto alla mansione in questione o se sia invece più opportuno destinarlo ad altre attività o, viceversa, effettuare azioni specifiche (es. con formazione aggiuntiva, esami specifici, ecc.).
Per qualsiasi dubbio e/o chiarimento in materia di sicurezza sul lavoro, Vi invitiamo a contattare il nostro Studio.