SACCHETTI PER ORTOFRUTTA NEI SUPERMERCATI:
DAL 1° GENNAIO 2018 SARANNO A PAGAMENTO
Dal 1° Gennaio 2018 si dovrà dire addio ai sacchetti di plastica distribuiti gratis nei banche self-service dei reparti ortofrutta, ma anche per il pane, carne e pesce e tutti i prodotti “sfusi” acquistabili al supermercato.
I sacchetti dovranno essere sostituiti con sacchetti dovranno essere biodegradabili e compostabili con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile del 40%.
La percentuale salirà al 50% nel 2020 e al 60% dopo.
Ma dovranno essere distribuiti esclusivamente a pagamento (con voce distinta sullo scontrino fiscale), quindi con costi totalmente a carico dei consumatori.
Il costo previsto per questi sacchetti è stimato tra i 2 e i 10 centesimi.
I rivenditori dovranno adeguarsi entro il 31 dicembre di quest’anno perché dal 1° gennaio scatteranno anche pesanti sanzioni per chi cercherà di eludere la legge: la multa oscilla da 2.500 a 25.000 euro ma può arrivare a 100.000 euro se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica o se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore.
Un obbligo previsto dal DL n. 91 del 2017, che ha recepito la direttiva europea n. 720 del 2015.
La norma ha obbligato gli Stati dell’Unione a varare provvedimenti atti a ridurre il consumo e l’abuso dei sacchetti di plastica, nocivi per l’ambiente.
Si raccomanda per i sacchetti destinati a venire a contatto con il cibo di richiedere l’idoneità alimentare al fornitore di tali prodotti.
Il riutilizzo è forse la novità più rilevante del provvedimento. Nelle città dove si pratica la raccolta differenziata dell’organico le persone comprano i sacchetti pagandoli 13-15 centesimi l’uno.
Da gennaio sarà possibile utilizzare per l’umido di casa quelli dell’ortofrutta pagati 2 centesimi di € e, in alternativa, quelli venduti alle casse dei supermercati a 10 centesimi l’uno.
Una questione irrisolta riguarda l’etichetta del prezzo da appiccicare sul sacchetto, che adesso non è biodegradabile.
La norma non dice nulla al riguardo, ma considerando la legge europea votata alla salvaguardia dell’ambiente, sarà regolamentato l’uso di etichette compostabili di materiale simile a quello dei bollini presenti su alcuni marchi di banane e mele.
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